Febbraio 2009.
Su facebook gira un gioco fra amici che chiede di scrivere 25 cose di sé.
Questo è l'esito comparso sul mio profilo.
1. Sono presuntuosa, molto presuntuosa. Da sempre.
Nel mio libretto di 5ª elementare la maestra scriveva: «Natalia è una bambina attenta e intelligente. Vive in un ambiente culturalmente stimolante perché ha fratelli e sorelle che frequentano le scuole superiori. Si esprime, oralmente e per iscritto, con proprietà di linguaggio dimostrando di aver raggiunto una certa maturità. Riesce bene in tutte le discipline; soltanto nelle attività pratiche ha dimostrato, fino ad ora, poca attitudine.»
Poi continuava: «Si inserisce facilmente nel gruppo, sebbene non riesca a legare con alcuni dei suoi compagni che, a volte, mal sopportano le sue capacità che sentono superiori alle loro; anch'essa, del resto, talvolta assume un atteggiamento poco conciliante.»
Direbbe queste ultime cose anche oggi, a distanza di oltre trent'anni. Ma credo che non userebbe più un eufemismo come "poco conciliante".
2. Sono iscritta a una Associazione in cui ci sono persone veramente singolari. Talmente singolari da avermi eletto loro Presidente. Una scelta intelligente, non c'è che dire, ancorché opinabile. Il Mensa Italia: gran bel posto. Mi ha regalato l'Amore della mia vita, e tante belle persone.
3. Sono abitudinaria, e detesto dovermi adattare agli altri. Però alla veneranda età di 38 anni per l'Amore della mia vita ho cambiato città e stravolto ogni cosa che mi riguardava. Senza indugi e ripensamenti.
4. Mamma, Papà, Fratello, Sorella, Sorella, Sorella, Cognata, Cognato, Cognato, Nipote, Nipote, Nipote, Nipotino: la famiglia Buzzi, annessi e connessi, per intenderci. Sparpagliata fra quattro diverse città, cinque con la mia, tende a convergere - o almeno ci prova - per i compleanni, Natale, Capodanno, varie ed eventuali ... E allora è proprio una gran caciàra!
5. Ho appena finito di leggere "L'eleganza del riccio" (Muriel Barbery), e mi sono commossa. Mi ero commossa anche leggendo il libro precedente, "La sublime pazzia della rivolta" (Indro Montanelli). Commozioni diverse, eppure accomunate dalle medesime sensazioni di solitudine, impotenza, rabbia, ingiustizia, e altro ancora ... Devo lasciar sedimentare il tutto, evocato troppo in fretta e troppo recentemente perché mi sia chiaro, sempre che mai lo sarà.
6. L'Amore della mia vita ha due Figli belli, intelligenti e simpatici. E non solo: penso che ridere alle mie battute e mangiare quel che cucino trascenda dall'affetto di un figlio per il padre e rasenti la santità!
7. Acne: mi ha martoriato la faccia e il collo dai 10 ai 20 anni. Ancora oggi ho difficoltà ad avvicinarmi al mio prossimo perché la sensazione di fare schifo ce l'ho sempre dentro. A chi piace baciare una guancia pustolosa e infetta?
8. Mi piace cantare. Mi piace cantare Mina, soprattutto. I polmoni si allargano, la testa si svuota. Ho sperimentato la scorsa estate cosa si prova a cantare con un microfono: all'aperto, in una nave, in una sala. E ho provato l'ebbrezza dei fan che applaudono, ti chiedono il bis, ti cercano la sera dopo per farti cantare ancora. Mai divertita tanto! Se cambio lavoro, mi do' al pianobar.
9. Sono irascibile e manco di sopportazione già di mio e senza troppe sollecitazioni. E dover scoprire che la scelta della hostess tra CAI e GF è notizia da TG delle 20 e prima pagina di corriere.it mi fa andare veramente in bestia.
10. Ho alcuni amici e molti conoscenti, ma un solo Amico (da quindici anni).
11. Trovo che quel che manca di più a questo mondo sia la vergogna, vale a dire quel «sentimento di mortificazione derivante dalla consapevolezza che un'azione, un comportamento, un discorso ecc., propri o anche di altri, sono disonorevoli, sconvenienti, ingiusti o indecenti» (garzantilinguistica.it). Se la giornalista di ieri sera del TG (cfr punto 9) ne avesse avuto un sia pur vago sentore, di che cos'è la vergogna, non avrebbe dato la notizia. Parlo di ieri sera, ma ogni sera è ieri sera, si capisce, e i TG sono tutti identicamente mancanti di senso della vergogna da troppo tempo.
12. Quando avevo pochi anni quei simpaticoni dei miei fratelli maggiori pensarono bene di farmi capire che Babbo Natale e la Befana non esistevano. Così ho dovuto fingere di crederci per anni pensando di far contenti mamma e papà e garantirmi di avere i miei regali! Poi crescendo ho capito che i regali sarebbero arrivati lo stesso.
13. Nel 1983 mi sono iscritta al CdL in Fisica, ma l'ho abbandonata qualche anno dopo.
Nel 1986 mi sono iscritta alla SDFS di Giornalismo Medico-Scientifico, e l'ho portata a termine.
Nel 1993 mi sono iscritta al Diploma di Statistica, ma l'ho lasciato poco dopo.
Nel 2006 mi sono iscritta al CdL in Economia e Management dei Servizi Sanitari, e mi sono laureata.
Ad avere le idee un po' più chiare certo avrei risparmiato tempo e soldi.
In compenso ho conosciuto una gran quantità di belle persone.
14. "Panem et circenses", ovvero: il piacere di essere presi per i fondelli. Com'è possibile che lo stesso popolo che si lamenta per i sempre meno soldi in tasca e il sempre più alto costo della vita trovi fondamentale seguire le vicende delle tante "sciacquette vippaiole" (la locuzione, che mi piace assai, è di Lina Sotis) e loro degni compagni che affollano la TV, i giornali e i giornaletti da sala d'attesa? Non capisco. Non mi adeguo.
E la mia presunzione si ingrassa, con queste cose (cfr punto 1).
Peccato che anche il fegato ne risenta, e non poco.
15. La Suocera, classe '27. Che invece di fare la suocera, impara l'inglese e a usare il PC ... Così, tanto per fare. Non mi stupirei se prima o poi finisse su FaceBook.
16. L'unica vera fregatura sul lavoro l'ho presa da dipendente a tempo indeterminato. Era il 1993. Da allora, solo libera professione e lavoro autonomo. Non promette niente, quindi non delude.
17. Sono tanto credente quanto anti-cattolica. Detesto chi offende Dio nel nome di Dio, nella Sua Casa, e rivendicandone la rappresentanza: è una contraddizione vergognosa, odiosa, meschina e blasfema. E' una strumentalizzazione a fini economici e di potere non dissimile a quella dei politici più squallidi. Quelli almeno non si nascondono dietro a un presunto (e soprattutto autoreferenziale) mandato divino.
18. Da alcuni anni ho dei problemi di salute che hanno ridotto al lumicino la mia già limitata dotazione di pazienza. Ormai sono arrivata a sperare che in una qualche puntata di dr House si tratti un caso analogo al mio, così magari trovo qualche utile spunto.
19. Ho iniziato a lavorare esattamente 20 anni fa, come informatore scientifico, a Roma.
Mi chiesero se me la sentivo di fare questo lavoro da sola, per questa piccola Società, dopo che il tizio che avrebbe dovuto insegnarmi ed essere il mio capo se ne era andato, e io ero lì da meno di una settimana. Dissi, con aria convinta: "Certamente!". Convinsi anche loro.
Allora mi diedero l'automobilina aziendale. Era buio. La presi, uscii dal cancello, mi allontanai quanto bastava, trovai una piazzola, mi fermai. E piansi. Poi mi asciugai le lacrime, presi il TuttoCittà e cercai di capire come caspita tornare a casa.
Non avevo mai guidato da sola a Roma, ma da quel giorno per 18 lunghi mesi non feci altro. Alla fine chiamavo ogni sampietrino della capitale per nome.
20. Se sono contenta mi viene fame, se sono triste mi viene fame, se sono soddisfatta mi viene fame, se sono arrabbiata mi viene fame, se sono sola mi viene fame, se sono in compagnia mi viene fame, se ... Mai che mi capitasse la fortuna di non aver voglia di mangiare per un paio di giorni, eh!
21. Su FaceBook ho ritrovato persone delle mie precedenti vite, comprese le due persone più importanti della mia adolescenza.
Di tutti sono felice di sapere che stanno bene, magari hanno una famiglia, lavorano ...
Mi stupisce piacevolmente che per molti di loro provo sempre un affetto vero, nonostante non li veda da dieci, vent'anni o più.
22. Una volta una tizia che conoscevo per lavoro mi rimproverò con una certa veemenza perché avevo redarguito una subalterna per una serie di idiozie commesse sul lavoro.
Mi disse che non dovevo essere così aspra con lei, la subalterna, ché era sensibile (era andata dai colleghi in lacrime): «Mica come te che sei fredda, che non ti tocca nulla, che ogni cosa ti scivola addosso.» Ma non ha senso chiedere a una che si ritiene così algida (il termine esatto sarebbe un altro) di capire e magari rispettare la sensibilità altrui!
Queste cose mi capitano spesso. E ogni volta trovo singolare dover apprendere che la str ... ops! l'algida sono io per aver contestato qualcosa che è stato detto o fatto, e non chi invece si è sentito in diritto di tranciare giudizi sulla mia persona.
23. Nonostante sia già al quarto nipote, anche l'ultimo mi ha fatto commuovere quando mi ha chiamato "zia Iaia" per la prima volta, esattamente come capitò con ognuno degli altri (oggi 3 bei ragazzi!). Uno pensa di abituarsi, ma per fortuna alle cose veramente belle non ci si abitua mai. Còre de zia!
24. Devo ricordarmi di scrivere alla Garnier che i daltonici non è il caso che lavorino come grafici per la realizzazione delle scatole delle tinte per capelli né ai laboratori delle tinte stesse: il colore "rosso intenso" così come lo fanno vedere nella foto sulla confezione all'atto pratico si trasforma in una specie di nero con vaghi riflessi porpora. Giuro che non ho sbagliato nulla. Però son più brutta del solito, e ciò mi indispettisce non poco.
25. ... e ora devo solo trovare 25 persone dalle quali farmi odiare un po' per averle "taggate", come dice si orribilmente qui.